Il lattosio è uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. L’intestino tenue, ossia l’organo preposto alla maggior parte dei processi di digestione e assorbimento dei nutrienti, produce un enzima noto come lattasi. La lattasi scompone il lattosio in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio. Il corpo assorbe quindi questi zuccheri semplici nel circolo sanguigno.
L’intolleranza al lattosio è una condizione in cui gli individui hanno sintomi digestivi, come:
I sintomi si manifestano da 30 minuti a due ore dopo l’assunzione di latte o suoi derivati. I sintomi variano da modesti a gravi in base alla quantità di lattosio assunta e alla quantità che il soggetto può tollerare dopo aver mangiato o bevuto latticini.
Circa il 65 – 70% della popolazione mondiale sviluppa un qualche grado di intolleranza al lattosio quando diventa adulta. L’intolleranza varia in base all’etnia. Circa il 90-95% dei nordeuropei mantiene la capacità di digerire il lattosio, mentre il 95-100% degli asiatici e dei nativi americani diventa intollerante.
La carenza di lattasi e il malassorbimento di lattosio possono portare a intolleranza al lattosio.
Una persona soffre di intolleranza al lattosio quando la carenza di lattasi e il malassorbimento del lattosio causano sintomi digestivi. La maggior parte dei soggetti con intolleranza al lattosio può mangiare o bere piccole quantità di lattosio senza accusare sintomi, ma la quantità di lattosio che può essere tollerata senza sintomi è variabile.
Talvolta l’intolleranza al lattosio viene confusa con l’allergia al latte, ma mentre l’intolleranza al lattosio è un problema dell’apparato digerente, l’allergia al latte è una reazione del sistema immunitario dell’organismo a una o più proteine del latte. L’allergia al latte si manifesta perlopiù nel primo anno di vita, mentre l’intolleranza al lattosio si sviluppa durante l’adolescenza o nell’età adulta.
L’allergia al latte vaccino è la forma allergica più diffusa nel bambino (che possiede una maggiore permeabilità intestinale) e la quinta nell’adulto; probabilmente, la differenza di prevalenza ed incidenza tra le due fasce di età è giustificabile da un vero e proprio miglioramento della tollerabilità a questo potenziale allergene. L’allergia alle proteine del latte vaccino si manifesta con dolori addominali, diarrea ma anche vomito, pertanto, costituisce il primo elemento di diagnosi differenziale dall’intolleranza al lattosio. L’antigene che più frequentemente genera la reazione avversa è la proteina beta-lattoglobulina, poi viene la alfa-lattoalbumina ed infine le caseine; è comunque possibile che il soggetto manifesti sensibilità anche a più proteine contemporaneamente.
L’intolleranza al lattosio può conseguire a quattro diversi tipi di carenza di lattasi:
In ambito gastroenterologico il breath test consente di individuare alterazioni del sistema gastroenterico come: contaminazioni batteriche, malassorbimento intestinale e alterazione del transito intestinale, che possono manifestarsi mediante disturbi gastrointestinali caratterizzati da flatulenza, meteorismo, diarrea, distensione e crampi addominali.
Grazie al breath test al lattosio è possibile diagnosticare un’eventuale intolleranza al lattosio, una condizione in cui l’organismo non riesce a digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati.
Il test viene effettuato la mattina a digiuno e senza che il paziente abbia fumato o svolto attività fisica. È chiesta inoltre la sospensione dei farmaci non essenziali nelle dodici ore precedenti l’esame ma è consigliabile anche molto altro: scarica il modello di preparazione al seguente link: https://coram.it//modulistica/
L’esecuzione del test del respiro è semplice e non invasiva ed è quindi sicura per il paziente adulto e per il bambino con più di un anno di età ed anche per l’operatore.
Il test consiste in una raccolta di campioni di aria espirata, prima e dopo l’ingestione di uno specifico zucchero sciolto in acqua (lattosio), in un sacchetto di plastica ad intervalli regolari. L’esame ha una durata di 90 minuti.
Fattori che influenzano l’esame:
La maggior parte dei soggetti con intolleranza può sopportare una qualche quantità di lattosio nella dieta e non deve eliminare completamente latte e latticini. L’eliminazione improvvisa e completa di questi alimenti potrebbe comportare un’assunzione insufficiente di calcio e vitamina D.
La quantità che può essere tollerata senza sintomi è variabile. Una serie di fattori (tra cui la produzione effettiva di lattasi da parte dell’intestino tenue) può influenzare la quantità individuale tollerabile, per esempio un soggetto può essere molto sintomatico dopo piccole quantità di latte, mentre altri possono berne grosse quantità senza conseguenze. Altri soggetti possono mangiare yogurt e formaggi come l’emmenthal, mentre non possono mangiare o bere altri derivati del latte senza sintomi digestivi.
La comunità scientifica ritiene che adulti e adolescenti con malassorbimento del lattosio possono mangiare o bere almeno 12 grammi di lattosio in unica assunzione senza sintomi o quasi. Questa quantità corrisponde a circa 1 tazza di latte. Soggetti con malassorbimento potrebbero essere in grado di mangiare o bere più lattosio se assunto con i pasti o frazionato in piccole quantità durante il giorno.
No, le concentrazioni di lattasi non sono influenzate da modifiche dello stile di vita. Molti soggetti con intolleranza possono però digerire piccole quantità di latte e spesso possono mangiare yogurt e formaggi a pasta dura.
Non esistono cure specifiche, ma l’intolleranza può essere gestita. Per i soggetti affetti da malassorbimento esistono prodotti alimentari con ridotte quantità di lattosio, mentre integratori contenenti l’enzima lattasi possono essere assunti insieme ai latticini per aiutarne la digestione e prevenire segni e sintomi.
Sono disponibili anche fonti di calcio e dei nutrienti tipici dei latticini specifiche per i soggetti intolleranti al lattosio.