Le allergie possono essere definite come la risposta immunologica rapida ed eccessiva che si sviluppa nei confronti di sostanze esogene definite allergeni, che normalmente risultano essere innocue. Gli allergeni sono sostanze di varia natura che comunemente si trovano a livello ambientale (es. pollini e acari), sugli animali (es. scaglie di pelle di gatto e cane), negli alimenti (es. arachidi, nocciole, crostacei), nei farmaci (es. principio attivo o eccipienti), in alcuni materiali artificiali (es. nichel, lattice), nel veleno iniettato da alcuni insetti (es. imenotteri) e in prodotti cosmetici (es. olii essenziali, profumi, sostanze chimiche).
Le manifestazioni allergiche possono essere differenziate in reazioni locali e reazioni sistemiche. La principale differenza tra le due risiede nella modalità di penetrazione dell’allergene:
L’allergia è una malattia influenzata sia da fattori genetici che ambientali.
I fattori genetici sono dovuti alle caratteristiche del DNA del soggetto che può avere ereditato dai genitori una serie di geni che lo possono predisporre allo sviluppo dell’atopia; tipicamente è molto comune che un soggetto con genitore allergico risulti a sua volta allergico, ma non necessariamente alle stesse sostanze. Un soggetto invece che non ha genitori con atopia ha meno probabilità di sviluppare allergie ma al contempo ciò non vuol dire che nella sua vita non svilupperà allergie.
I fattori ambientali sono invece legati all’ambiente in cui viviamo. Le attuali condizioni igieniche che ci portano a vivere in un ambiente estremamente pulito e “sterile” possono favorire, soprattutto nelle fasi di vita giovanile in cui l’individuo presenta un sistema immunitario non ancora ben sviluppato, l’insorgenza di allergie in seguito al contatto con molecole comuni che normalmente si trovano nell’ambiente e sono innocue. Al contempo è caratteristico il fatto che a seconda del mese di nascita il soggetto può diventare allergico a certe sostanza più che ad altre: questo è secondario ad una prematura esposizione all’allergene.
Le allergie possono essere diagnosticate in base alla sintomatologia del paziente, ma l’aspetto più importante è cercare di determinare “a cosa” risulta allergico il paziente. Attualmente ci sono due modalità per diagnosticare le allergie:
Utili per fare uno screening che può aiutare ad individuare un soggetto che, rispetto ad altri, può presentare più facilmente il rischio di sviluppare allergia o avere un’allergia conclamata. In particolare i test utili in questo senso sono:
L’esame emocromocitometrico e il dosaggio delle IgE totali rappresentano dei test utili ma bisogna considerare che non sempre risultano alterati nei pazienti con allergie. Da questo punto di vista sono i test che possiamo definire “specifici”, quelli più utili al fine di individuare una possibile allergia verso una molecola.
Sono dei test che permettono di dosare nei campioni di sangue la presenza delle IgE, ma a differenza del dosaggio delle IgE totali descritto in precedenza, questi test permettono di andare a dosare la concentrazione delle IgE prodotte dall’organismo del paziente verso uno specifico allergene. Pertanto l’informazione che otterrà il paziente sarà se è allergico oppure no a una specifica sostanza nonché “quanto” è allergico alla sostanza. Attualmente il Laboratorio della Friuli Coram propone due differenti tipologie di test che verranno approfondite di seguito: